IL TEATRO DELLA TARANTA. TRA FINZIONE SCENICA E SIMULAZIONE.
Il mio libro Il Teatro della taranta. Tra finzione scenica e simulazione (Montinaro 2019) deve la sua nascita a La terra del rimorso di Ernesto de Martino (1961).
“I libri parlano ai libri” amava dire Umberto Eco. Ed è verissimo. Questa non è soltanto una bella espressione. Il concetto formulato da Eco, quasi in forma poetica, ha un grande riscontro nella realtà. Sia che gli autori lo dichiarino apertamente mettendo una citazione tra virgolette, sia che non lo dichiarino occultando scientemente l’origine di molte loro idee, sia infine per non esserne consapevoli in quanto certi concetti da loro espressi sono ormai diventati patrimonio comune e, come sempre accade in queste circostanze, il primo a sbiadire e perdersi è proprio il nome dell’autore. Quest’ultimo processo accade in verità quando i tempi di trasmissione del sapere sono lunghi. Molto lunghi. Nel mio caso, invece, tutto è apertamente dichiarato. La spedizione nel Salento di Ernesto de Martino e della sua equipe ha infatti soltanto sessant’anni. Troppo poco tempo perché si dissolva e sfumi il nome dell’antropologo a cui sono debitore.