Ora che l’estate con il suo caldo torrido sembra finita, i viaggi sono terminati e il ritorno a casa si è felicemente compiuto, non posso non tracciare per i tre amici (followers?) che leggono il mio blog poche righe di resoconto
Il primo viaggio l’ho compiuto andando a Grevenà (Macedonia greca) invitato dal mio carissimo amico Vanghelis Nikopoulos, storico e grande animatore culturale, ad assistere alla presentazione del suo ultimo pregiato volume GREVENA’ – Immagini del paesaggio urbano 1907 1995. Testimonianze e soprattutto alla Passeggiata notturna urbana da lui stesso immaginata e realizzata.
In poche parole: cosa ho visto?
Il giorno 17 agosto alle ore 21 al Centro culturale del Comune di Grevenà ho assistito alla presentazione del volume. Una presentazione molto accurata, forbita, impeccabile dal punto di vista storico ma una presentazione come ce ne sono tante, poi… poi finita la presentazione e abbandonata la sala io e il foltissimo pubblico presente ci siamo uniti ad un’immensa folla che attendeva fuori, in un grande largo, e dal Centro culturale è partita una processione che si è incanalata per le vie della città ormai affondata nelle tenebre della notte. Una processione con una serie di stazioni nelle quali di volta in volta si verificava un evento relativo alla storia della città che mi ha richiamato alla mente, per la sua sacralità, le processioni del Venerdì santo nel Sud d’Italia alla metà degli anni ’50 del secolo scorso nelle cui “stazioni” si riproponevano momenti della storia sacra, della passione di Gesù.
Instradata da più di sessanta volontari che indossavano una sorta di divisa, con fiaccole in mano, la processione avanzava nel buio di stazione in stazione. Il partecipante a questa sorta di rito, durante il trasferimento dall’una all’altra fermata, non era mai lasciato solo in un vuoto acustico: una musica (registrata o dal vivo), un canto, un racconto di semplici cittadini, diffuso attraverso altoparlanti, lo immergevano nella storia viva della propria città. Le luci, ben piazzate, illuminavano isolandoli nel buio luoghi ed edifici che sprofondavano il partecipante lontano nella storia, lontano nel tempo. Proiezioni tridimensionali su palazzi ed abitazioni varie evidenziavano nel buio della notte ciò che di giorno sfuggiva al passante distratto dall’abitudine. Di cammino in cammino, di strada in strada alla fine si è giunti all’ultima stazione dove una giovane donna e tre ragazze che formavano un coro si chiedevano ripetutamente, con i versi di una poetessa greca: Io, chi sono? , “Ποιος είμαι εγώ”. Applausi infiniti.
Vanghelis con questo progetto visionario ha immerso i suoi concittadini nelle rughe della città facendo assorbire loro la realtà dell’oggi e la stessa loro storia con un bagno di emozioni.
In pratica ha presentato il suo libro sulla storia di Grevenà 1907-1995 prima, nel Centro culturale, intellettualmente, poi con la Passeggiata notturna urbana, sensorialmente. Un miracolo. Mai vista una presentazione di un libro così.
Un progetto fantastico che si è potuto realizzare grazie al lavoro di oltre 120 collaboratori fra i quali: attori, scrittori, musicisti, cantanti, testimoni, fotografi, videomakers, dronisti e un gran numero di tedofori (più di 60) impiegati a delimitare l’alveo del cammino della processione. Sulla loro T-shirt c’era scritta la seguente frase tratta da Le città invisibili di Italo Calvino: Ma la città non parla del suo passato, lo contiene come le linee di una mano.
Un sogno pensato, realizzato e magnificamente riuscito. Bravo Vanghelis!
Il secondo viaggio è stato per vacanze in un luogo che non dirò neanche sotto tortura. Semplicemente per preservarlo dagli sciami distruttori turistici.
Il terzo viaggio è stato a Trieste per vedere la mostra Il tempo di Omero. Voce, corpo, sguardo di Antonutti voluta dal Comune di Trieste, la Casa del Cinema di Trieste e l’Associazione culturale Omero Antonutti. Omero si meritava proprio una mostra così. Magari da vivo. Ne avrebbe goduto sicuramente di più. Ma perché bisogna aspettare la morte?!
La mostra comunque è ben fatta, magnificamente organizzata e di piacevole consumo.
Una buona parte della mostra è riservata al film O Megaléxandros di Theo Anghelopulos di cui Omero è stato iconico protagonista. In questa vicenda faccio capolino anch’io. Sono esposte alcune immagini che mi riguardano e nel pannello relativo al film si cita il mio lavoro di narratore di quella magnifica avventura (Diario macedone) che ha visto, oltre tutti gli altri, Omero ed io stesso protagonisti anche se in modo differente.
La mostra è aperta fino al 12 ottobre nella Sala Attilio Selva di Palazzo Gopcevich in Via Rossini, 4 a Trieste.