Horcynus Orca compie 50 anni!!!

Nel febbraio del 1975 uscì per i tipi di Mondadori un romanzo di cui da tempo già si parlava: Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo.
L’autore ha impiegato più di due decenni a scriverlo a causa di vari lavori di riscrittura e continue revisioni linguistiche. Solo un editore come Arnoldo Mondadori poteva permettersi di retribuire per anni un autore senza di lui pubblicare nulla. La stima dell’editore nei confronti di Stefano D’Arrigo infatti era immensa.
All’uscita del poderoso volume la maggior parte dei critici e il pubblico non lo accettarono e fecero male perché Horcynus Orca è un capolavoro.
George Steiner, uno dei critici più acuti, scrisse: “è la sola risposta europea a Moby Dick: D’Arrigo compete con Melville e ne è all’altezza!”
Questa singolare opera oggi riscoperta e ritenuta un capolavoro non sfigura accanto a I Malavoglia, l’Ulisse di Joyce e l’ Odissea.
     Ho conosciuto Stefano D ’Arrigo qualche anno dopo l’uscita del romanzo. Tra noi nacque una bellissima amicizia. Ancora ricordo le sue lunghissime telefonate piene di stima, continuamente professata, e di affetto e non dimenticherò mai le ore passate in sua compagnia e dell’amata Jutta. Ricordo la sua solitudine e la divorante voglia di romperla…
     Quest’anno il libro compie cinquant’anni di vita. L’attenzione di tutti nel tempo è sempre più cresciuta.
Io, di Horcynus Orca, possiedo un esemplare straordinario perché, dopo aver conosciuto Stefano, gli ho chiesto se mi poteva autografare la copia che possedevo e lui prontamente invece del solo autografo mi ha scritto una dedica magnifica:

 

 

 

 

 

 

Poi, l’ha datata come se l’avesse messa tre anni prima, dicendomi vedendo la mia faccia sbigottita: “L’ho retrodatata perché la nostra amicizia appaia più lunga di quello che è. Tanto ti voglio bene!”.
     Una chiosa: il possessivo “mio” presente nella dedica è sottolineato perché Stefano era convinto che in me esistevano molti tratti fisici e di carattere del suo ‘Ndria Cambrìa.
Questa è una delle cose che mi onorano di più. Ciao Stefano!

 


Condividi sui social network