Johann Ernst Hebenstreit (1703-1757) , membro dell'Accademia Tedesca di Scienze Naturali Leopoldina, fu nominato da Federico Augusto I di Sassonia capo di una spedizione in Africa con il compito di esplorare le terre ed acquisire per il re animali rari, piante sconosciute ed altre curiosità. Il materiale della spedizione fu perduto durante la rivolta di maggio del 1849 a Dresda. Si salvarono dalla distruzione soltanto gli appunti dei vari componenti la spedizione e il diario di viaggio di Hebenstreit. Fu professore di Anatomia e Chirurgia presso l'Accademia di Lipsia.
Dovette essere un personaggio piuttosto singolare se fra le tante sue opere scientifiche volle comporre una in versi Pathologia metrica seu De morbis carmen. Fu apprestata ad uso dei suoi discepoli e pubblicata in prima edizione nel 1740. L'opera consta di venti paragrafi in cui vengono prese in esame le varie malattie dell'uomo: sessuali, della mente, del movimento, del sonno, della digestione, del sangue ecc. Nel Paragrafo VIII riguardante le Malattie della mente ci sono sei versi in cui si parla di Tarantismo. Li segnalo agli studiosi e agli appassionati:
Rara Tarantismus nec nostris cognita terris
Atque Tarentini ruris funesta colono,
Sole calente, Lues: quos parva Tarantula mordet,
Corpus agunt, sine mente tamen, saltare putares,
Crureque serventes ducunt languente choreas,
Inde salus, sudante fluit de corpore virus.
Il Tarantismo, rara pestilenza sconosciuta alle nostre terre
ma nota nella campagna di Taranto, è funesto ai contadini
quando il sole arde: li morde una piccola tarantola,
portano il corpo a danzare, ma senza ragione,
e con gambe stanche fanno danze corali impetuose,
il veleno col sudore scorre via dal corpo e quindi arriva la salute.