Finalmente l'ho trovato! L'ho agguantato! E' nelle mie mani!
Ho avuto notizia della sua esistenza leggendo un vecchio testo settecentesco. Era depositato nella biblioteca di un monastero di una delle tante isole della laguna veneta. I monasteri però, come si sa, avevano subito il ciclone napoleonico. Si era salvato dalla devastazione oppure era andato distrutto? Il manoscritto sul tarantismo che descrive il fenomeno e ne dà cura e spiegazioni esisteva ancora? E se sì, dove si trovava? Alla Marciana di Venezia forse? La Biblioteca Nazionale più vicina. Oppure era finito altrove?
Ho seguito un esile filo di Arianna e finalmente l'ho trovato! Ed ora è qui, sotto i miei occhi.
E' composto da 25 fogli di carta ingiallita. Una scrittura minuta lo segna con sicurezza. Sembra scritto di getto. Una copia di lavoro. E' sicuramente il testo per una Dissertazione: Una comunicazione scientifica da fare ad un uditorio colto di colleghi e di uomini di cultura. E' sicuramente un medico-filosofo a scrivere. Forse è stato letto per l'inaugurazione dell'Anno Accademico di una università. Quale? E soprattutto, chi è colui che scrive?
L'autore, proprio per la provvisorietà dell'occasione e per l'uso personale da fare, non ha ritenuto necessario di apporre la propria firma. Per noi quindi, per ora, speriamo solo per ora, è Anonimo.
Il manoscritto è collocabile nei primi decenni del Settecento. Vi sono varie spie a suggerirlo.
Il testo, per quanto racconta, è molto importante per la storia del tarantismo. Costituisce una tessera preziosa che si aggiunge alle altre di quel mosaico che ci dice cosa in realtà sia stato il tarantismo e come veniva considerato dalla comunità scientifica.
Spero di darvi presto, se non il testo, almeno informazioni ricche e sicure e risposte a molte delle domande che sopra sono poste.