Non sono sparito. Sono stato assorbito in tutto questo tempo dalla realizzazione di uno spettacolo in Spagna. Il danzatore Miguel Ángel Berna mi ha chiamato a collaborare con lui all'ideazione e alla direzione artistica del suo nuovo spettacolo. Ho accettato di buon grado per la grande stima e ammirazione che ho per questo artista e perché quest'anno ricorre il 50° anno della mia carriera d'attore.
Risultato della nostra collaborazione è uno spettacolo di danza dal titolo CARDIÁ de llanto... de amor. Abbiamo fatto alcune riflessioni insieme a Manuela Adamo (danzatrice e titolare insieme a Miguel della Compagnia) sulle nostre rispettive culture: l'aragonese e la salentina. Abbiamo trovato che il tempo passato a far parte dello stesso regno sotto il dominio degli aragonesi aveva lasciato alcune tracce simili nelle due terre. Abbiamo scelto il tarantismo e il lamento funebre e su questi due temi fondamentali abbiamo costruito l'intero spettacolo di danza.
Già nel titolo è presente il Salento con una parola immensamente diffusa: CARDÍA che nel greco-salentino significa "cuore". "de llanto... de amor" invece derivano, per una suggestione irresistibile, dal titolo del mio libro "Canti di pianto e d'amore dall'antico Salento". Io stesso, per volere di Miguel, sarò in scena e dirò dei versi in grico d'amore e di morte. Reciterò poi un intero lamento funebre sul ritmo del quale Miguel danzerà senza accompagnamento musicale. Solo voce e danza. Lo ha deciso dopo avermi sentito recitare nell'arcaica e affascinante lingua grica.
Ormai siamo giunti agli ultimi giorni di prove e il debutto è alle porte. Qui vi voglio trascrivere alcune righe dal mio diario di appunti:
"Questa mattina incontro al Centro Civico di danza della città di Saragoza i nostri danzatori al completo e l'artista ospite Ziya Azazi, un noto e bravissimo danzatore turco che della rotazione della danza derviscia ha fatto un'arte sua propria. Appena entrato in sala vedo Ziya che sta insegnando ai danzatori un movimento rotatorio di cui come ho detto lui è esperto. Ziya è un giovane bruno con barba nera, corpo tagliente e capelli lunghi raccolti dietro il capo in un ciuffo. Parla e dà indicazioni in spagnolo, tedesco e inglese. Ora provano il passo di prima sulla base musicale. Vien fuori una strana pizzica. Manuela è la prima ballerina. Ziya è emozionante. "Meno energia e più efficienza" è la sentenza finale della prova.
Ora Miguel e Ziya provano la loro lotta al coltello. Due maestri. Cercano il finale del pezzo. Vogliono vedere come uscire dalla situazione di lotta amichevole, arrivare alla violenza e dunque alla tragedia. Come giungere alla morte di Miguel. Miguel vuole provare con la navaja vera, un bellissimo coltello lungo e terrificante. Manuela è spaventata vedendo Miguel maneggiare l'arma. Miguel invece è sicuro di sé. Ziya propone invece di un passo di danza un'azione scenica e dice: "Basta danza. Qui ci vuole un poco di teatro!". Facendo ruotare sinistramente per aria la sua grande cappa che ha tra le mani avvolge il corpo di Miguel. In apparenza con affetto in realtà lo vuole uccidere. Un brivido corre nella mia schiena ecc. ecc." Allo spettacolo partecipano due altri salentini: Maria Mazzotta (voce) e Federico Laganà (percussioni). Sono bravissimi.
Lo spettacolo dopo il debutto a Saragozza dovrebbe andare in giro per l'Europa portando al pubblico due danze bellissime, piene di ritmo e forza: la pizzica salentina e la jota aragonese.
In Italia si dice "IN BOCCA AL LUPO!". Ditemelo pure voi. Grazie