Panorama
- 10 maggio 1982 – Anno XX – N. 838 -
Teatro
di Franco Quadri
ORGIA di Pier Paolo Pasolini. Regia di Lorenzo Salveti, musiche e scene di Paolo Terni. Compagnia Teatro-Studio. Teatro dell'Orologio, Roma
Più che un lavoro teatrale, Orgia si direbbe un poema a più voci, o un oratorio laico che esprime tra liricità e didascalismi i temi cari a Pier Paolo Pasolini. La crisi della società è espressa attraverso un rovello individuale in cui il mistero della filiazione e il problema dell'identità personale si incontrano col tormento del sesso, oggetto di colpa e strumento di conoscenza: ed ecco il delirio raccontato, pregustato e vivisezionato di una coppia sadomasochistica, una sanguinosa orgia di parole che si compie nel riconoscimento delle diversità. Ma il corredo di belle immagini e di coraggiose introspezioni non conduce aldilà del gusto dell'enunciazione.
Giustamente allora il testo, più che recitato, viene detto da Maria Grazia Grassini e Brizio Montinaro, che sussurrano i loro monologhi completamente immobili, astenendosi da ogni sospetto interpretativo, nel nome del <<teatro della parola>> teorizzato dall'autore, il quale però nella sua messinscena del '68 s'era pur concessa qualche licenza ritualistica. Qui invece nel biancore di una saletta triangolare, anche i gesti e le allusioni scompaiono (salvi gli spostamenti e i cambi di luce che delineano il succedersi delle scene) in una pura ricerca di sonorità e di atteggiamenti formalizzati dal sapore neoclassico.