Recensioni
Marzo - Aprile 1988
LA CAMERIERA BRILLANTE di Carlo Goldoni. Regia: Lorenzo Salveti. Scene e costumi:Gianfranco Padovani. Interpreti: Lauretta Masiero, Alvise Battain, Marianella Laszlo, Brizio Montinaro, Raffaele Spina. Roma, Teatro Parioli. (Debutto nazionale 28 novembre a Fabriano).
Quante smanie in villeggiatura, nella casa di campagna, a turbare la tranquillità del povero Pantalone dé Bisognosi, perennemente "incocalio".
La causa? La serva padrona "Argentina", deus ex machina, "arrampicatrice sociale" ante litteram. Donna tutto si fa per te: come non cedere davanti ai buoni propositi, che fan stare bene tutti, orditi dalla cameriera brillante? Brillante e frizzante, per stile e scuola, come la primadonna che la "calza" in questa stagione, Lauretta Masiero.
La cameriera è affidata alle cure di Salveti e Padovani che hanno realizzato un'edizione a scena unica, fedelissima, curata, senza fronzoli, databile quanto nel testo si deve: un buona sostanza una regia di classe, scene e costumi non da meno.
La Masiero sospettiamo non sia cameriera brillante per età, verve, repertorio abituale e non risulta perciò goldoniana al cento per cento. Ha mestiere e brio tuttavia per star dentro il ruolo con misura e apprezzamento del pubblico. Dopo aver impersonato Brighella nell'ultima edizione, alcune stagioni fa, con la Quattrini, Battain stavolta se la vede con un personaggio colosso, Pantalone: lo disegna con una scuola e un'eleganza sopraffine, raccogliendo l'applauso più caloroso del pubblico. La sua recitazione veneziana (e quella di pochi altri in Italia) ci fa credere, con discreta fiducia, che dopo il maestro Baseggio non c'è il buio.
La Laszlo fa Goldoni per la seconda stagione consecutiva: la sua Flaminia è chiara, pulita, rispettosissima. Bravo Montinaro che calza a pennello l'abito d'Ottavio, tratteggiando umori e leggerezze di un figurino gradasso, bugiardo, arrampicatore sociale, in negativo assoluto. Buona anche la recitazione di Spina con la "maschera" di Traccagnino, arlecchinescamente alle prese con una fame storica, insaziabile e con una vita di stenti: caratterizzato in maniera un po' monocorde, ma amabile e di livello.
G.M. Meloni