Momento sera

28 Ottobre 1976

Riti, poesia e magia delle civiltà contadine

Un giovane attore pugliese, Brizio Montinaro, ha raccolto un entusiasmante cumulo di dettagli rituali, poetici e magici per documentare le tradizioni delle sue terre.

di GIUSEPPE TEDESCHI

Il giovane attore Brizio Montinaro, memore e devoto figlio delle terre salentine, è riuscito a raccogliere e a documentare delle tradizioni della sua patria un cumulo entusiasmante di dettagli, rituali, poetici, magici, e a congegnarne, per l'editore ravennate Longo, con il titolo Salento povero, una antologia di sostanzioso impegno culturale.

Il gusto e la versatilità per lo spettacolo (Montinaro ha interpretato film con Comencini, Miklos Jancso, Lattuada, Zeffirelli) lo hanno agevolato nella ricerca più specificamente scenica e raappresentativa delle tradizione del suo Salento ma sempre con un occhio per gli accumuli anche storici, sociali, civili. Montinaro, pur così metropolizzato ormai, non ha affatto dimenticato quella cultura e quella civiltà contadine nelle quali si è formato e delle quali conserva gli intatti ricordi. Anche a tale scopo si è disposto a analizzarne i momenti più rappresentativi, per riproporli, documentandoli e rivalutandoli, sia alla sua stessa attenzione sia alla attenzione degli stessi produttori i quali, spesso, riescono a vergognarsene, proiettati come sono verso un tipo di altre civiltà e di altre culture, in massima parte di benessere piccolo borghese e di tradizioni scolastiche o accademiche, quelle che, poi, per secoli, sono state i simboli del potere, dei soprusi dei governanti e delle loro malversazioni.

Sappiamo che la storia delle tradizioni popolari in Italia ha studiosi di fama internazionale, basti pensare al solo Paolo Toschi che con i suoi numerosi volumi ha ordinato e descritto il meglio di questa cultura. Il giovane Brizio Montinaro se ne rivela, per quanto riguarda il Salento, un epigono molto degno. Da Otranto a Calimera, da Gallipoli a Galatina, da Tempegnano a Torrepaduli, le sue ricerche di riti, magie, laudi, bruscelli, nenie, esorcismi, testi battesimali, rusultano molto precise: e tale precisione gli si deve riconoscere anche per quanto riguarda la documentazione fotografica, scattata dallo stesso Montinaro, a più immediato e efficace corredo visivo dei vari testi.

Ogni testo è frutto di pazienti ricerche. Tutti incuriosiscono, interessano, appassionano. Ne trascrivo qualche brano, da un atto di battesimo, a titolo di esempio più preciso: <<Adì 17 luglio mille seicento novantaotto in Calimera. Io D. Luigi Antonio Mayro V.S.D. Arciprete di Calimera battezzai nella Chiesa Parrocchiale del loco una maomettana schiava comprata da D. Federico Castroiota 8 mesi sono Havendola ritrovata bene instrutta per essere ella d'ani trenta inc. nella nostra santa fede: alla quale fu posto nome Anna Maria: li Padrini furo D. Orazio Corlianò et Anna Mayro di Calimera>>.

Sono testi che esaminano, attraverso l'interpretazione e la trasposizione di Montinaro, la <<religione>> delle classi povere salentine, il loro teatro, la loro poesia, la lotta secolare per la libertà, sia di una donna sola, schiava, negra, maomettana, esclusa, sia di un intero gruppo di persone, di una comunità, di un paese. Sembra una storia di piccoli episodi, con descrizioni di fiere e mercati, di rappresentazioni burlesche e funebri, di esaltazioni di ubriachi e di <<tarantate>> (e sappiamo che il mistero rituale delle tarantate non è stato ancora risolto dalle attuali civiltà tecnologiche), mentre è una storia che affonda le sue radici alla base stessa della nascita del cosiddetto Homo Sapiens, nascita che, ancora oggi, in piena era spaziale, sembra ancora in via di adattamento.