Do you speak grico?
L'orchestra sinfonica della
Bbc.
E un mezzosoprano che canterà in una lingua perduta
Scena: un concerto durante l'International
Festival of Music di Cheltenham, in Gran Bretagna. Suona l'orchestra sinfonica
della Bbc, dirige il maestro Tadaaki Otaka. E' la prima mondiale di "Laments",
opera lirica per mezzosoprano, piccolo coro e orchestra scritta da un giovane
musicista inglese, Brian Elias.
La sorpresa arriva quando la solista
Catherine Wyn-Rogers inizia a cantare: lo fa in una lingua sconosciuta, che
somiglia all'italiano per il suono delle vocali, ma per molte parole riaccende
l'eco degli studi di greco antico. <<Ce su, cardia cameni, clafse clafse,
ce na mi'mmini mai nifta c'emera>>, dicono i primi versi dell'opera. Vuol
dire: <<E tu, cuore bruciato, piangi piangi e notte e giorno non fermarti
mai>>. La musica sottolinea la tristezza di quelle parole che
probabilmente nessuno degli spettatori capirà: nessuno tranne Brizio Montinaro,
che di quelle parole in "grico", il dialetto parlato ormai da poche centinaia di
persone in soli sette paesi della provincia di Lecce, le ha trascritte e
tradotte in un libro uscito quattro anni fa da Bompiani, "Canti di pianto e
d'amore dall'antico Salento".
<<Da anni cercavo testi per una musica di
lutto>>, racconta Brian Elias. <<Ho letto poesie bellissime, ma non
essenziali ed espressive come volevo. Poi un amico che era stato in Italia mi ha
portato questo libro. In questi canti funebri ci sono immagini così semplici,
che parlano così chiaramente. E' stato un colpo di fortuna arrivato dopo un
lungo lavoro.>>. Il musicista inglese, che è nato in India da una famiglia
di origini ebraico-irachene, dice di aver sentito echi di rituali visti da
bambino nei canti che Montinaro ha registrato dalla voce delle ultime prefiche,
le lamentatrici professioniste che cantavano durante i funerali. Ed ha potuto
così completare quel progetto di musica funebre, commissionatogli dal terzo
canale radiofonico della Bbc, che sarà presentato a Cheltenham l'11 luglio e
trasmesso dalla radio inglese due giorni più tardi.
<<Sono felice
perché quei testi che il mio libro ha strappato all'oblio iniziano una nuova
vita, e con la loro inizia una nuova vita il "grico">>, commenta
Montinaro, originale figura di attore e antropologo: ha recitato con Giuliano Montaldo, Pupi Avati, Theo Anghelopulos, ma ha anche
studiato e scritto sulle tradizioni della sua terra, la "Grecìa salentina",
quell'isola di tradizione greca, oggi in via di estinzione. In quella zona si
parla da sempre un dialetto molto simile al greco antico. Alcuni studiosi lo
hanno fatto risalire a una migrazione di popolazioni greche avvenuta in epoca
bizantina, altri invece all'epoca classica.
E proprio dalle immagini
dell'oltretomba conservate in questi canti funebri viene una conferma per la
datazione più antica: <<L'aldilà di cui si parla in questi lamenti è
identico all'Ade di Omero ed Esiodo, non ha niente di moderno, ma nemmeno di
bizantino>>, fa notare Montinaro.
Non è un aldilà cristiano, ma pagano,
quello che viene incontro da questi versi che colpiscono tanto proprio per la
loro semplicità e per la ripetitività che è una caratteristica di questi canti.
Montinaro, che li aveva registrati quasi tutti diversi anni fa dalla bocca di
due famose prefiche di Martano, utilizzandoli poi per un disco di musica
popolare salentina, li ha pubblicati per invito di Maria Corti, curatrice della
collana "Nuova Corona" della Bompiani e sempre affascinata dal grico. Gli ultimi
conoscitori di questa lingua, ha scritto la studiosa, <<non sanno, quando
parlano, di custodire sulle labbra un tesoro così in pericolo>>.